E’ dal 2016 che utilizzo il cammino, e il Cammino di Santiago in particolare, come strumento di coaching e crescita personale.
Per coloro che intraprendono un viaggio in mia compagnia, offro un’opportunità di esplorazione interiore e un valido supporto nell’organizzazione del viaggio.
Ma camminare in compagnia, va bene anche a chi è introverso?
Da qualche mese a Milano si riunisce un club speciale. Si tratta del “Club degli Introversi” creato dalla life coach Lavinia Basso. Sono iniziative riservate (ça va sans dire) in cui l’introversione viene vista per quello che è realmente un aspetto della personalità di una persona con i suoi lati più positivi e più critici.
E’ una proposta interessante e che aiuta le persone con questo tratto della personalità a confrontarsi sul loro modo di vivere in un mondo dove solo l’estroversione è vissuta come valore.
Tutto questo mi ha fatto pensare se anche io potevo fare qualcosa per migliorare l’orgoglio introverso e mi sono confrontata con Lavinia sulle mie iniziative di cammino e coaching. Ecco quanto ci siamo dette.
Quale è l’approccio di un’introversa alle attività sportive, che spesso richiedono l’attivazione di una modalità estroversa?

Club degli Introversi
Tra le attività sportive che preferisco, da vera introversa, ci sono nuotare, andare in bicicletta e camminare.
Le ho praticate e le pratico tuttora: ho fatto nuoto dai 6 anni, perché si diceva (ed è vero) che è uno sport completo; più avanti la bicicletta è diventata la mia fedele compagna, e da qualche anno ho cominciato a praticare anche la camminata veloce, su e giù per parchi, giardini, in montagna, ovunque in realtà, purché in mezzo alla natura.
Come appare subito chiaro, si tratta di attività che nella maggior parte dei casi si praticano in solitaria, diciamo che non sono sport di squadra, ecco.
E non è un caso: da introversa, so oramai bene che del tempo da sola mi è necessario. E non è solo piacevole e il classico ‘tempo per sé’, è tempo vitale, del quale non posso fare a meno per stare bene.
Camminare a contatto con la natura e immergermi nel verde, stare – e muovermi – in uno spazio non confinato e non ‘limitato’ sono alcune delle caratteristiche che rendono queste attività sportive molto interessanti per me e in generale per gli introversi, che hanno bisogno di spaziare, di avere un orizzonte infinito davanti a sé, di ammirare la bellezza di un paesaggio, di un fiore, di un bosco.
E di farlo lasciando la mente libera di vagare dove vuole. Forse per questo la palestra non ha mai fatto per me, non c’è verso, mi piace sentire l’aria sulla faccia, il profumo dei fiori o dell’erba, il canto degli uccellini, lo scroscio d’acqua di un ruscello…
Quali sono i vantaggi porta a un’introverso un’attività sportiva come camminare?
Queste attività mi aiutano a fare una delle cose che per un introverso è assolutamente necessaria: ‘ricaricare le pile’.
Gli introversi, infatti, consumano parecchie energie quando si trovano a ‘estrovertere’, ossia a relazionarsi con il mondo esterno, soprattutto con le persone, o nelle situazioni in cui le persone sono in gran numero: feste, cene, eventi aziendali, ecc ecc.
Qualcuno dice che siamo asociali, ma non è affatto così, semplicemente socializziamo in modo diverso e soprattutto a piccole dosi.
Quando siamo costretti – nostro malgrado – a socializzare alla maniera degli estroversi le nostre energie vengono risucchiate come da un’idrovora e dopo dobbiamo per forza trovare un modo per recuperare.
Un buon modo per ricaricarsi è allora fare qualcosa da soli, permettendo al nostro cervello di fantasticare, vagare dove vuole e come vuole, e farlo camminando è ancora più piacevole, rilassante.
Questa non è solo una mia idea: secondo alcuni studi un frequente esercizio aerobico, ossia che faccia aumentare il battito cardiaco, è associato a un aumento dell’attività nella corteccia frontale, ovvero l’area del cervello responsabile della chiarezza del pensiero. Immediata conseguenza è l’aumento della capacità di focalizzarsi e concentrarsi.
E l’attività fisica è una delle poche attività che, da adulti, è in grado di produrre nuove cellule. Basta?
Secondo altri studi, camminare nella natura (e non nel traffico urbano!) diminuisce la tendenza alla formulazione di pensieri negativi, che ovviamente inciderebbero sull’autostima e aumenterebbero il rischio di depressione.
In particolare, camminare in mezzo alla natura aiuta a ridurre la ‘ruminazione’ ossia quella attività molto nota agli introversi che consiste nel continuo e a volte ininterrotto pensare, ripensare e rimuginare su cose accadute o sulle proprie emozioni, che porta molto spesso a colpevolizzarsi per cose dette o fatte.
Conosci le mie iniziative di cammino e coaching. Pensi che possano essere utili a chi è introverso?
Immersi nella natura, a camminare liberamente e al vostro ritmo, con tante domande pensate per voi su cui poter riflettere mentre si cammina, da soli o in compagnia. Da introversa, non potrei davvero chiedere di più…
Qualche rassicurazione per le introverse in dubbio
I miei cammini non sono un’esperienza hard per le introverse perché sono organizzati in modo tale che ci si possa godere al massimo proprio il cammino, e il percorso di coaching ad esso collegato, nel modo più semplice ma anche più flessibile.
Vuoi camminare con le altre? Ok benissimo! Il giorno successivo vuoi camminare da sola? Nessun problema, ci si vede alla meta.
Non è un viaggio organizzato nel senso tradizionale del termine: ognuno dei partecipanti, e gli introversi per primi, possono davvero confezionarselo su misura. Iofornisco solo la necessaria cornice.
I gruppi che propongo sono di massimo 7 persone, un numero ristretto quindi, e penso tutto sommato adeguato anche agli introversi, perché offre la possibilità di fare un po’ quello che ognuno preferisce, senza costrizioni.
Ma soprattutto: sono un’introversa DOC e ho quindi una sensibilità particolare per i miei ‘simili’.
Nei miei cammini, infatti, si può camminare da soli o in compagnia, ma anche in questo caso non è necessario parlare, né interagire con gli altri del gruppo; ognuno può andare alla sua andatura e prendersi, letteralmente, i suoi spazi, fisici e mentali.
E allora: vi aspetto e buon cammino!
Dal 2016 passo un mese o due su uno dei Cammini che portano a Santiago di Compostela e dal 2017 organizzo esperienze di cammino e di coaching sul Cammino Francese e sul Cammino da Santiago a Fisterre.
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Se invece hai domande, non esitare a scrivermi.
Caterina