Ci siamo. Hai deciso. Questa volta parti per il Cammino di Santiago. Ne parli con gli amici e e amiche. Sembra che dobbiate partire in venti. Poi solo tu compri il biglietto dell’aereo. Che fai? Ci pensi e poi decidi: parto da sola.
Quando racconti la tua decisione chi ti ascolta inizia a prospettarti una lunga serie di “E se…”. E allora ti vengono dei dubbi e… che fai? Apri Facebook e chiedi a uno o a tutti i gruppi sul cammino di Santiago cui sei iscritta:
“Parto da sola. I miei parenti e i miei amici me lo sconsigliano.
Cosa ne pensate? È sicuro il Cammino di Santiago per una donna sola?”
Le risposte arrivano sempre numerose da parte di donne e uomini e tutte più o meno rivendicano la bellezza di camminare da sole/i e rassicurano sul fatto che “sul Cammino non sei mai sola”.
Nel giro di qualche mese iniziano a comparire i tuoi post (che alla fine sei partita da sola): le prime tappe sono percorse con un po’ di timore e ci sono ancora richieste di un “aiutino dal gruppo Facebook a casa”, poi con l’aumentare dei chilometri aumenta anche la gioia dell’essere da sola con te stessa e nel tempo compaiono post in cui sei circondata da altri pellegrini/e sorridenti con cui camminerai fino a Santiago.
Pro e contro di partire da sola
Il vantaggio principale del partire da sola è che puoi decidere in ogni momento cosa fare, quando camminare, quando fermarti, puoi andare al tuo passo senza aspettare nessuno o sentirti in colpa perché non vai alla stessa velocità dei tuoi compagni. In secondo luogo impari a conoscere i tuoi punti di forza e le tue debolezza in una situazione al di fuori della tua zona di confort. Last, but not least impari a contare su te stessa.
Di contro potresti soffrire di solitudine e di mancanza di condivisione delle tue esperienze e delle tue emozioni. Potresti avere dei problemi legati al fatto di essere una donna che viaggia da sola, ma in base alle esperienze personali e dai gruppi Facebook, questa evenienza è veramente molto molto rara. Un recente articolo ha riportato i dati dei decessi tra i pellegrini sul Cammino e in oltre 20 anni su oltre 3,6mila pellegrini si sono registrati 191 decessi sul cammino ( nel periodo immediatamente successivo) dovuti a ictus, infarti o colpi di calore, incidenti stradali (30) e si sono verificati solo due morti violente (nel 2015 e 2016).
Sul Cammino di Santiago le persone sono più aperte e disponibili ad aiutare gli altri e a donare o condividere quello che serve in quel momento. Personalmente non mi sono mai sentita in pericolo neanche quando iniziavo a camminare da sola prima dell’alba.
Pro e contro di partire in compagnia
Partire con una o due amici/che è un evento che si verifica molto spesso. Avere una o più persone a fianco consente di superare più facilmente i propri limiti mentali, condividere esperienze ed emozioni, aumenta il senso di sicurezza, consente di condividere alcune spese e cose necessarie, ma non personali (esempio detersivi per levare, mollette per stendere, ago e filo , etc).
Per contro si deve mettere in conto che potrebbero essere necessari dei compromessi su tempi e modalità di cammino, si potrebbe anche arrivare a dividersi per tratti molto lunghi o scoprire che proprio non si va d’accordo. Inoltre, se non si sono chiariti bene i propri “confini”, potrebbero esserci problemi di privacy e mancato rispetto dei propri spazi.
La famiglia del cammino
Una delle cose più belle del cammino è che, passo dopo passo, inizi a incontrare sempre le stesse persone: siete nelle stessa camerata, poi siete vicino al bar a fare colazione. Vi incontrate alcune volte mentre siete in cammino, quando vi fermate ad ammirare il panorama o siete seduti a riposare. Vi aiutate anche a un bivio in cui non trovate le indicazioni. Fate le stesse tappe e scoprite di avere lo stesso passo iniziate così a parlare con poche frasi in tutti gli idiomi che conoscete e poi iniziate a riflettere insieme su problemi che non avevate mai raccontato a nessuno e, poco alla volta, iniziate a passare le giornate insieme condividendo gioie e dolori di questa avventura.
Siete contente, vi sentite a casa, perché avete finalmente trovato e formato la vostra Famiglia del Cammino: un gruppo di persone che si sono scelte e come una famiglia si aiutano e si sostengono, fino a Santiago e spesso anche dopo essere tornate a casa.
La vita è bella non tanto per quello che vediamo o facciamo. La vita è bella per le persone che incontriamo.
Simon Sinek
Perché tanti timori?
Il Cammino di Santiago, più di tanti altri cammini o viaggi a piedi, viene vissuto come non solo come sfida fisica/mentale ma anche come challenge spirituale. Per questo la paura più vera è quella di riuscire a entrare in contatto con noi stesse, di sentire la nostra voce interiore e di ascoltarsi e di imparare che è possibile prendere le decisioni giuste per noi solo ascoltando il nostro corpo e il nostro intuito. La seconda paura, forse ancora più grande, è quella non riuscire a fare più a meno di agire ascoltando solo te stessa anche al tuo rientro, nella vita di tutti i giorni.
Perché partire con la coach
Un altro modo che hai per fare il Cammino (o almeno fare una breve esperienza) è partire con un retreat sul Cammino di Santiago con me. In questo modo hai la possibilità di avere al tuo servizio l’esperienza di una professionista dell’aiuto e della crescita personale che cammina al tuo fianco e ti aiuta passo dopo passo a elaborare le esperienze che stai vivendo.
Il cammino di coaching che ho messo a punto ti permette di riorganizzare le esperienze e le emozioni. Il Cammino sarà il tuo Maestro, io sarò la tua aiutante.
La mia presenza sarà discreta. Non appesantirò i tuoi passi con esercizi e riflessioni durante la giornata di cammino. Le riflessioni di coaching saranno al nostro arrivo, dopo esserci riposate e rilassate. Il mio aiuto ti consentirà di riorganizzare le tue intuizioni e, se ne senti la necessità, alleggerire le tue emozioni e considerazioni.
Avere un coach al tuo fianco ti è anche molto utile quando rientri a casa e devi far convivere la tua nuova consapevolezza con la realtà della tua vita fuori dal Cammino. Il Cammino e la trasformazione infatti l’hai vissuta tu sulla tua pelle e non le persone che sono rimaste a casa, che possono non riuscire a comprendere la tua nuova prospettiva di vita.
Dal 2016 passo un mese o due su uno dei Cammini che portano a Santiago di Compostela e dal 2017 organizzo esperienze di cammino e di coaching sul Cammino Francese e sul Cammino da Santiago a Fisterre.
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