L’estate e le vacanze sono una splendida occasione per uscire dalla routine e dalla famosa comfort zone. Ed è proprio questo che ho fatto ad agosto, quando per 20 giorni ho visitato in luoghi dove desideravo andare da oltre 20 anni: il Botswana e il delta dell’Okawango.
Botswana? Okawango?
Il Botswana è uno stato a nord del Sudafrica dove il fiume Okawango fa un ampio delta interno di 15.000 km² che si disperde in fiumi e canali popolati da elefanti, bufali, zebre, coccodrilli, ippopotami, antilopi, kudu. Un posto dove la natura regna sovrana con spazio infiniti, cieli stellati, la potenza delle cascate Vittoria, ma anche la durezza e la crudezza della legge del più forte.
Posti che possono essere vissuti come turisti in alberghi e lodge a 5 stelle o da viaggiatori che dormono sotto mille stelle.
La seconda scelta è quellache ho fatto quando sono partita con mio marito per un viaggio autogestito con un gruppo di sconosciuti: tre settimane su fuori strada guidati dai partecipanti con notti in tenda e cene attorno al fuoco in posti in mezzo al niente o alle iene.
In the wild life area
Ho ritrovato la magia della savana, la (s)comodità di avere tutto quello che ti serve in uno zaino (75 litri di vestiti, tecnologia e sacco a pelo) , la doccia con il secchiello di notte sotto un cielo di stelle, la gioia di una doccia calda nella civiltà.
Ho conosciuto ragazzi giovani all’inizio della vita lavorativa motivati, energici e curiosi che mi hanno fatto rivivere le emozioni di quando ero come loro.
Ho trovato la bellezza di seguire i ritmi della luce e salutare il sole all’alba e al tramonto, l’armonia che nasce dall’essere a contatto con l’ambiente più adatto all’uomo el suo benessere mentale (non tanto al comfort fisico).
Sono tornata più motivata e focalizzata stare in mezzo al niente mi ha permesso di scegliere cosa serve e cosa no al mio “essere”.
PS. purtroppo mi ha insegnato anche la lentezza africana che mi ha portato dimenticare questo post in bozza fino ad oggi 🙂