Nel 2016 ho iniziato ad usare il cammino, e il Cammino di Santiago in particolare, come strumento di coaching e crescita personale.
Ci sono tornata nel 2017 e a giugno 2018.
Quando propongo questa attività di walking coaching su lunghe distanze (100 km) spesso mi viene chiesto perché propongo solo il cammino di Santiago e non un cammino in Italia: ne abbiamo di bellissimi, tutte le strade hanno sempre portato a Roma, sono più vicini, non hanno barriere linguistiche. Sono solo alcune delle affermazioni di chi durante le mie presentazioni mi domanda: Bella la tua iniziativa, io verrei volentieri solo se la facessi in Italia. Perché non la fai in Italia?
Lo scopo dei miei cammini di coaching
Il cammino è uno strumento, non il fine della mia attività di coaching.
L’obiettivo dei miei cammini di coaching è mettere le mie clienti nelle condizioni ideali per entrare in contatto con loro stesse, sperimentarsi fuori della loro zona di confort, vivere a contatto con la natura e gioirne. Nella mia esperienza di cammino è anche essenziale avere occasioni e momenti in cui effettuare esercizi di coaching in individuale o di gruppo condividendo poi le esperienze a fine giornata.
L’obiettivo del mio lavoro è quello di mettere le mie clienti in condizione di vivere il cammino come uno strumento di consapevolezza e crescita e non come una sfida esclusivamente fisica, non mi interessano i dislivelli e i record di chilometri giornalieri.
I sentieri dei miei cammini di coaching sono relativamente facili, con una logistica comoda che consente di camminare con relativa tranquillità anche a persone con qualche problema fisico o acciacco.
Lo scopo della mia attività è dare a tutte le donne che vogliono mettersi in gioco la possibilità di assaggiare il potente effetto di un viaggio a piedi.
Ora fatto salvo che se c’è una cosa che ho imparato è mai dire mai o basarsi su pregiudizi voglio elencarti i tre motivi perché, per ora, organizzo solo percorsi su piccoli tratti del cammino di Santiago.
Cammini che mi piacciono
Ho iniziato a camminare nel 2016 e, se qualche anno fa, mi avessero detto che avrei amato passare almeno un mese all’anno a camminare nei boschi, sarei morta dal ridere (ancora oggi ci sono zie che non riescono a capacitarsi della mia attività data la mia nota pigrizia da bambina).
Uno dei motivi che mi spinge a viaggiare a piedi è la relazione che instauro con il paesaggio in cui cammino. Per questo mi piace molto camminare nei boschi o in riva all’Oceano e ogni volta che riesco cerco di camminare in luoghi che mi piacciano e mi rendano felice. Il tratto galiziano e portoghese del cammino di Santiago hanno queste caratteristiche e, quindi, va da se che, quando posso, privilegio queste tratte.
Il paesaggio è importante
Il paesaggio in cui camminiamo influenza i nostri pensieri e per questo sono attenta a scegliere luoghi che abbiano la giusta influenza sul nostro modo di pensare e vivere l’esperienza di coaching. Per questo nella scelta del cammino la tipologia di ambiente naturale in cui si svolge è un parametro decisionale è importante.
Quando ho camminato lungo l’Oceano nel cammino portoghese, ho vissuto giorni in costante ascolto del mare, ho sperimentato la gioia di camminare per lunghi tratti a piedi nudi sulla spiaggia, ho imparato a conoscere i ritmi delle maree e ad accettare la variabilità del tempo atlantico. Ho visto avvicinarsi la pioggia senza poter fare niente altro che organizzarmi al meglio per resistere fino a quando il sole non avrebbe avuto la meglio. Quando cammino nei boschi respiro l’aria profumata degli alberi, godo la vista dei fiori e la bellezza del panorama verde e collinare della Galizia. Apprezzo la sicurezza di avere dei sentieri ben segnati, la luce che filtra tra e foglie e il mio pensiero di rasserena.
Cammini che ho sperimentato in prima persona
Mi piace (e sono brava) ad organizzare viaggi e sono una persona considerata molto affidabile, ma la mia affidabilità viene dalla conoscenza del territorio, delle mie capacità e dei miei limiti. Per questo propongo alle mie clienti solo percorsi sui quali ho già camminato e che ho valutato rispetto alla loro capacità di poter essere utilizzati per un percorso di crescita personale. Nel 2019 sono stati aperti molti nuovi cammini italiani, che sembrano interessanti dal punto di vista paesaggistico e logistico. Ne ho identificati alcuni, che proverò in questi mesi, per capire se possono essere percorsi idonei al mio coaching in cammino.
Supporto logistico territoriale
Un altro punto decisivo per selezionare un percorso è la possibilità di avere un supporto logistico territoriale sviluppato che mi consenta di risolvere eventuali problemi agevolmente, in poco tempo e a costi contenuti. I miei gruppi non sempre sono omogenei per preparazione fisica, età, tipologia di ospitalità ho quindi bisogno di conoscere il territorio e avere i contatti giusti in caso di necessità di una cliente. Anche se non sono un’agenzia di viaggi, l’organizzazione della quotidianità del viaggio (punti ristoro, ospitalità notturna, trasporto zaini) è un servizio bonus che offro a coloro che partecipano ai miei percorsi di walking coaching.
Cammini italiani
Sono interessata ai viaggia piedi e quindi privilegio le tratte in cui si parte da una città e si arriva ad un’altra. Questo mi porta ad escludere i trekking e le escursioni sulle Alpi, Alte vie comprese. Inoltre soffro di vertigini e non ho le competenze di una guida escursionistica o alpina necessaria per camminare in sicurezza in questi ambienti.
Come ho già detto il focus dei miei cammini è il cambiamento, la trasformazione graduale del tuo modo di pensare e affrontare i problemi della vita, e non il dislivello o la sfida chilometrica.
Molti cammini italiani presentano dislivelli giornalieri importanti, scarse possibilità di spezzare le tappe, scarsità di punti di ristoro e di acqua e nella stagione estiva in cui propongo le mie esperienze sono molto caldi.
Costi
I viaggi a piedi richiedono di passare circa una settimana fuori casa e consumare moti pasti in locali pubblici. In Italia il costo della vita è molto più elevato che in Spagna e in Galizia in particolare. Per questo, nonostante la necessità di pagare un volo aereo per arrivare all’inizio del cammino, le spese di vitto e alloggio sono decisamente contenute e il costo dell’esperienza di walking coaching sul Cammino di Santiago è inferiore quella su un cammino italiano.
Amo la Galizia
Mi ricordo ancora il giorno in cui ho pensato e detto che volevo avere un lavoro che mi facesse viaggiare in posti che amavo. Essere una walking coach sul cammino di Santiago non era quello che avevo in mente, ma impersonifica perfettamente quello che volevo come lavoro.
In Galizia mi sento a casa, quando arrivo a Finisterre mi sento un’altra persona e per questo amo molto tornarci ogni volta che riesco. E, quando dico che ci vado per lavoro, nessuno a casa ha niente da ridire.
Dal 2016 passo un mese o due su uno dei Cammini che portano a Santiago di Compostela e dal 2017 organizzo esperienze di cammino e di coaching sul Cammino Francese e sul Cammino da Santiago a Fisterre.
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