Anche quest’anno ritorno sul luogo del delitto.
Un omicidio metaforico di una vita vissuta per anni giorno dopo giorno, senza una direzione scelta con consapevolezza che mi stava annullando e facendo stare male. Una vita piena di attività, di soddisfazioni professionali, di amici, ma…. senza molta soddisfazione reale.
Ebbene questa vita l’ho “annegata” il 26 agosto 2016 nell’Oceano di Finisterre dopo 10 giorni a piedi sul Cammino francese. E non mi hanno ancora arrestato, anzi da allora vivo felice in libertà incondizionata!
Lo zaino della vita
Nello zaino della mia vita ci sono sempre stati molti pesi, abiti che non mi corrispondevano, cose che mi portavo dietro perché potevano sempre servirmi e poi non mi servivano, lavori che mi venivano bene ed era un peccato abbandonare soprattutto senza un piano definito.
Cosa lasciare e cosa portarmi dietro? Non ne avevo idea e mi portavo dietro tutto perché non sapevo dove volevo andare e cosa mi poteva servire quando fossi arrivata.
La mia salvezza è stata riuscire a vivere sulla pelle reale la metafora del cammino, quando ho sperimentato il dolore del peso eccessivo dello zaino e la leggerezza del cammino senza pesi, l’inutilità dell’avere troppi abiti con uno scopo identico diversi solo per il loro colore.
Mi serve? E soprattutto mi serve ora?
Fare le valigie per un viaggio non è semplice e ci sono persone che anche in età adulta delegano questa attività dichiarando di non essere capaci (è buffo, che valenti dirigenti o rispettati professionisti si affidino alla moglie o alla compagna per questa attività, ndr). E’ tuttavia comprensibile: fare la valigie significa scegliere quello che ci serve ora, quello che è essenziale rispetto a un obiettivo (andare nel posto X con questo mezzo e per questo tempo) e non rispetto alla nostra destinazione dello scorso anno o di quello prossimo. Non sempre però siamo preparati e pronti a scegliere e allora facciamo scegliere agli altri, che decidono secondo le loro credenze/abitudini/idee.
Grazie al Cammino ho imparato a fare lo zaino e a scegliere cosa portare con me e cosa lasciare a casa.
Il mio zaino per il Cammino 2108
Forse non si era capito, ma … si, parto ancora per Santiago e mi “allungo” fino a Finisterre, anche se questa volta cambio strada e passo da Porto (Portogallo).

Per questo, a differenza delle altre volte, il mio zaino conterrà anche gli strumenti del mio percorso di coaching “Felicità in cammino”, le carte con powerful question, le carte ispirazionali Anima libera di Ilaria Ruggeri e tutta l’elettronica che serve per essere social e condividere e illustrare questa esperienza.
Il mio zaino è però soprattutto pieno di gioia per questo nuovo inizio di attività e di vita e perché finalmente posso iniziare a restituire il favore mettendo altre donne nella condizione di poter percorrere il loro percorso di vita camminando sul Cammino di Santiago.
Il mio zaino reale
Per quanto riguarda lo zaino “reale” per i vestiti seguo questa regola trovata su un sito di pellegrini: “Uno addosso, uno nel fosso e uno se ti caghi addosso”.
Dal 2016 passo un mese o due su uno dei Cammini che portano a Santiago di Compostela e dal 2017 organizzo esperienze di cammino e di coaching sul Cammino Francese e sul Cammino da Santiago a Fisterre.
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